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Vecchie idee spacciate per nuove
Ostinazione pervicace
I promotori dell’iniziativa cercano di rendere appetibile, con promesse perlomeno dubbie, una variante cantonale della cassa unica. Eppure sono passati solo tre anni dal netto rifiuto espresso verso la cassa unica. Dobbiamo supporre che si tratti di mera ostinazione politica che non vuole accettare la volontà popolare. Invece di ridurre i costi, le cosiddette casse di compensazione cantonali, statalizzate, non faranno altro che rinvigorire gli attuali conflitti d’interesse nei Cantoni, e quindi alimen-tare ancora di più gli incentivi sbagliati. strong>
Affermare che le casse di compensazione cantonali siano uno strumento efficace per contenere i costi non è altro che un’illusione. Oggi la competizione obbliga gli assicuratori malattia ad operare con maggiore efficienza amministrativa. Le spese di amministrazione degli assicuratori assorbono meno del cinque per cento dei premi, con tendenza in calo. Con le casse di compensazione si introduce invece un nuovo livello amministrativo che non deve misurarsi con la concorrenza e genera quindi maggiori costi ammini-strativi. I costi per le prestazioni rimangono costanti, a meno che le prestazioni non vengano dosate e ridotte. Una decisione che comunque va presa a livello federale e non a livello di Cantone.
Le casse cantonali di compensazione non aiutano a contenere la lievitazione dei costi e dei premi
In realtà, le casse di compensazione cantonali non frenano l’aumento quantitativo del volume delle pre-stazioni. Con le casse di compensazione cantonale non si riesce a ridurre i costi, poiché il numero dei trattamenti medici ed ospedalieri è destinato a crescere anche negli anni a venire. Anzi, l’attuale concentrazione di potere nei Cantoni è di fatto uno dei principali motivi della progressiva lievitazione dei costi a scapito di chi paga i premi. Gli interessi particolaristici dei Cantoni provocano un’offerta eccedentaria di prestazioni sanitarie e conduce a unità di prestazioni pianificate che non raggiungono la massa critica economica e, nello stesso tempo, restano fuori dalla competizione nazionale.
Gli assicuratori devono invece godere di maggiore libertà di azione per introdurre importanti riforme, come ad esempio il finanziamento uniforme di tutti i trattamenti.